La storica Corsa di Sant'Antonio a Pignola dal XV secolo

Pubblicato il 11 gennaio 2025 alle ore 00:33

La Corsa in onore di Sant'Antonio Abate di Pignola rappresenta una tradizione secolare che affonda le sue radici nel XV secolo, con la prima menzione documentata risalente al 1402 in un inventario parrocchiale. Questo documento testimonia la raccolta di cera in occasione della corsa, suggerendo che già all’epoca fosse un evento consolidato, anche se non è certo che sia il primo anno in cui la corsa abbia avuto luogo. Da allora, la manifestazione ha avuto una continuità quasi ininterrotta, interrotta solo durante i periodi di guerra e pandemia.

Origine e significato della corsa

Pignola, in passato, basava gran parte della sua economia sul lavoro dei mulattieri. I muli erano fondamentali per il trasporto di legna e carbone, e i loro proprietari li affidavano alla protezione di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali. In un’epoca in cui non esistevano veterinari, il Santo rappresentava l’unica "assistenza" per la salute degli animali.

Preparativi e celebrazione

Nei giorni precedenti alla festività, i muli venivano e vengono tuttora preparati con grande cura.

Tosatura e ferratura:

I muli vengono ferrati per proteggerli durante la corsa sulle strade urbane.

Decorazioni:

Agghindati con sonagli, nappe e briglie riccamente decorate, i muli diventano il simbolo stesso della festa.


Il giorno della festa, oltre alla tradizionale benedizione degli animali, i muli sfilano fieramente, mettendo in mostra la loro bellezza e la devozione dei loro proprietari.

Le Capezze

Un elemento distintivo della corsa sono le capezze decorate, realizzate artigianalmente per adornare i muli.

Francesco D’Angelo, un artigiano siciliano che vive a Pignola, è un nome legato a questa tradizione. Da oltre 40 anni, crea capezze decorative appositamente per la festa:

Inizialmente semplici, le sue capezze si sono evolute con motivi complessi e dettagli ispirati alla ricca tradizione pignolese.

Ogni anno, il Comitato della festa ordina queste opere per premiare i vincitori delle competizioni.


La testimonianza dei mulattieri

Francesco Pacilio, mulattiere pignolese, racconta come questa tradizione sia parte integrante della sua vita e della storia della sua famiglia:

"Sin da piccolo, ho portato i muli alla festa. Mio padre, mio nonno, tutti erano mulattieri. Per noi, partecipare alla corsa è sempre stato un atto di devozione verso Sant'Antonio. Ricordo con emozione i tanti anni in cui ho corso, onorando il Santo con il primo giro."

 

Un simbolo identitario

La corsa di Sant'Antonio Abate non è solo una celebrazione religiosa, ma un simbolo culturale che unisce fede, storia e comunità. Ogni anno, la tradizione viene rinnovata, mantenendo vivo il legame con le radici di Pignola e il suo passato.

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